Stefano Lo Cicero

GESUALDO BUFALINO

Scrittore

Stralcio

…Torno, con un certo piacere, a incontrarmi con l'arte di Stefano Lo Cicero, di cui conoscevo, in un tempo non remoto, la poesia, la pittura e ogni altra espressione figurale. Ed è un piacere che riassaporo intensamente, poiché nei ritorni si può meglio apprezzare una qualità del passato.
Riosservo il vasto operato di un artista che, nella ricerca dei materiali e delle tecniche, rivitalizza il proprio dinamismo interiore, introverso e meditativo, passionale ed esuberante nella sua verve creativa. E la sua, per quanto ampia, non è mai una ricerca caotica che si disperde in rivoli destinati all’inaridimento, poiché in prossimità del mare che tutto accoglie, il delta riprende la sua condizione di estuario affinché il fine ultimo non sia mai tradito. Questa insaziabile sete d'indagine conoscitiva e sperimentale, in ogni modo, conduce Lo Cicero a sconfinare nel pelago dell'arte per farsene primaria, se non fondamentale, ragione di vita.
Ora, dopo il suo apparente silenzio, riscopro Stefano Lo Cicero all'interno di una rinnovata poetica cromatica e di linguaggio dopo aver decantato scorie attraverso l'esplorazione degli abissi interiori. Più maturo, più consapevole dei propri acquisiti strumenti, più determinato nelle sue scelte, ricco di genuina sensibilità ed entusiasmo, al culmine della sua parabola artistica. Lo Cicero sorprende con le sue opere scultoree, suscitando in me meraviglia e stupore per quelle creature magmatiche che scaturiscono da un vulcano in perenne eruzione fra argille, mescole di segreta natura, arenarie e marmi di locale estrazione, pietre e macigni che il mare gli riversa nella proda vicina. Alacremente l'artista lavora sull'etimo di variegate forme, su masse non sempre immediatamente traducibili, che dimostrano ed evidenziano perizia creativa, slanci figurali, enigmi di un'anima in fermento; ogni atto estetico, è sempre proteso verso una luce nuova, propiziatrice di vita e gusto mediterraneo.
Le strutture, solidamente impiantate, assumono la monumentale complessità degli eterogenei elementi che la compongono. La dinamicità dei corpi, nella volumetria della loro intersecabilità metamorfica, trovano e connotano lo slancio di genesi essenziale, dove i moduli morfo-architettonici, impiantati plasticamente, sostanziano l’accadimento scultoreo quale evento mirabolante…
Da: Dattiliscritto firmato – Comiso, gennaio 1992